domenica 2 dicembre 2007

Kakà il Pallone d'Oro è TUO!!!








PARIGI, 2 dicembre 2007 -
Kakà ha ricevuto negli studi televisivi dell'emittente francese Tf1 il Pallone d'oro 2007. A premiare il brasiliano del Milan Gerard Ernault, direttore della rivista che organizza il premio targato France Football. Kakà, arrivato direttamente da Milano dove ieri sera è stato protagonista della sfida contro la Juventus, ha raccolto 444 voti precedendo nella classifica stilata dai giornalisti europei Cristiano Ronaldo (277 voti) e Messi (255). Al quinto posto il primo italiano, compagno di squadra di Kakà nel Milan, Andrea Pirlo, al decimo posto Francesco Totti.
"PENSO GIA' AL SECONDO" - "È un'emozione grande, un giorno speciale per me e tutti i tifosi rossoneri. Grazie a tutti", le prime parole di Kakà al momento della consegna del Pallone d'Oro a Parigi. Poi, l'ex "bambino d'oro si è sciolto, ammettendo: "È stata una bella sorpresa, ma per essere onesti un pò me l'aspettavo. È il premio più importante che un giocatore possa vincere e spero di poter tornare qui altre volte. Cercherò di vincere il secondo il più presto possibile. Ho guardato l'albo d'oro. Platini, Crujiff e van Basten hanno vinto tre volte, è un record. È un exploit straordinario che vorrei realizzare, ma al momento è solo un sogno". Kakà ripercorre con orgoglio il suo 2007. "Per me e il Milan è stato un anno storico, ma c'è ancora un mese per chiudere molto bene. Ho molte immagini in mente, ma il momento più bello è quello in cui puoi alzare la coppa al cielo: lì ti rendi conto che è veramente tua. Non c'è nessuna sensazione più forte di quella che ti dà la vittoria, soprattutto nella finale di Champions League". Le dediche: "La prima è a Dio, che mi ha dato questo dono. Poi ringrazio la mia famiglia, il Milan, i tifosi rossoneri e quelli brasiliani. Credo di avervinto la prova più importante della stagione diventando capocannoniere della Champions League. È stata questa la differenza con gli altri. La Champions è stata fondamentale. Cristiano Ronaldo è stato eliminato proprio dal Milan in semifinale. Se non avessi affrontato il Liverpool in finale e non avessi vinto il titolo, non sarei stato scelto dalla giuria di France Football. La chiave è stata quella, giocare in una squadre che ha vinto".
BANDIERA MILAN - Poi un messaggio d'amore verso il Milan. "Ho sempre detto che voglio diventare una bandiera, voglio diventare il capitano di questa squadra e penso che la persona migliore da cui imparare questa cosa sia Paolo Maldini, che ha giocato tutta la vita nella stessa squadra e ha vinto tantissimo. Io ho appena cominciato la mia carriera, sto vincendo e lui può essere il punto di riferimento più vicino a noi, che siamo dei giocatori vincenti. Le risposte sul mio futuro hanno creato un po' di casino. Ho sempre detto che voglio diventare la bandiera e il capitano di questa squadra. Voglio rimanere al Milan a lungo. Adesso voglio vincere il Mondiale in Giappone. Lo scudetto? Non è impossibile, però ogni partita che non vinciamo siamo più lontani da questo sogno. Dipende solo da noi, siamo lontani dall'Inter però dobbiamo giocare ancora due volte contro di loro e questo ci può aiutare ad avvicinarci a loro".
SUBITO A MILANO - Kakà tornerà a Milano nel pomeriggio e alle 18 mostrerà il premio a tutti i tifosi rossoneri affacciandosi dal balcone della nuova sede Bwin in Piazza Duomo.
OTTAVO ROSSONERO - Kakà è l'ottavo Pallone d'oro nella storia del Milan. Prima di lui avevano vinto il prestigioso premio altri cinque giocatori rossoneri: Gianni Rivera (1969), Ruud Gullit (1987), Marco van Basten (1988, 1989 e 1992), George Weah (1995) e Andriy Shevchenko (2004). Nella speciale classifica il Milan raggiunge a quota otto la Juventus, rappresentata da Omar Sivori (1961), Paolo Rossi (1982), Michel Platini (1983, 1984 e 1985), Roberto Baggio (1993), Zinedine Zidane (1998) e Pavel Nedved (2003). Seguono Real Madrid e Barcellona con sei, Bayern Monaco con cinque (la classifica tiene conto della società cui apparteneva il giocatore al momento della consegna del premio).


by gazzetta.it






Grazie Ricky, a nome di tutti i tifosi rossoneri che ti hanno visto diventare un campione, che hanno sempre creduto in te, che si emozionano per i tuoi dribbling, le tue giocate e i tuoi goal...



Grazie di CUORE!!!



by diavolorossonera

sabato 1 settembre 2007

SUPERCAMPIONI D'EUROPA!!!!


Alla fine, dopo la tormentata vigilia, è ancora Milan. La squadra di Carlo Ancelotti conquista la sua 5ª Supercoppa europea battendo sonoramente 3-1 il Siviglia in una partita dai due volti. Il primo tempo è di marca spagnola con un gol di Renato, all'insegna del bel gioco. Nella ripresa i rossoneri si scrollano di dosso emozioni e indecisioni, ribaltando il risultato con Inzaghi e Jankulovski, fino al sigillo di Kakà. Una prova di forza contro un avversario straordinario che, con la sfida di Atene alle porte, se la gioca fino in fondo.

Come ad Atene - Con la formazione della finale, con Kaladze al posto di Maldini rispetto al 23 maggio, il Milan fa gli ennesimi conti con la storia. Ha di fronte il Siviglia che Juan Ramos mette insieme con abilità, costruendo una formazione ad hoc per i rossoneri. Mischia le carte il tecnico spagnolo; schiera Poulsen in difesa e Renato al Fianco di Kanoutè.

Subito in gioco - Nel ricordo di Antonio Puerta, dopo un minuto di raccoglimento da brividi, il Siviglia mostra subito il suo lato migliore, pressando il Milan e mantenendo la squadra molto alta. Un segnale lo regala Renato con un tiro dal limite che si perde a lato dopo 3'. Ma il Siviglia rischia nel gioco di rimessa del Milan che, due minuti dopo, alla prima azione offensiva, spreca il vantaggio: Pirlo pesca in area Inzaghi che al momento del tiro viene preceduto da Kakà che scarica sul palo.

Più Siviglia - I timori della vigilia si sgretolano in fretta; la sfida possiede tutti i crismi della partita vera. Milan e Siviglia badano al sodo, senza risparmiare nulla. Ma sono gli spagnoli a convincere di più: spingono sull'acceleratore, non perdono mai il ritmo e puntano diritto verso Dida. E il gol non tarda a venire. E' il 14' quando su palla inattiva, con la difesa distratta, Renato colpisce di testa da distanza ravvicinata beffando Dida, già gabbato da una leggera deviazione di Oddo. Al Milan manca la convinzione necessaria e probabilmente anche un pizzico di cinismo e di cattiveria agonistica, contrapposti al beffardo andirivieni degli iberici, bravi a coprire tutti gli spazi e attenti in fase di copertura.

Senza testa - Nesta al 25' è gigantesco a salvare sulla linea sul tocco di Renato a porta vuota, dopo un numero di Kanoutè che evita Dida. E a proposito del portiere brasiliano, riaffiorano le ombre delle sue indecisioni; frastornato e poco reattivo sembra essersi incanalato in una sua tipica serata no. Al 31' Seedorf spreca in tuffo di testa, confermando il molle approccio alla partita dei rossoneri che si sono persi sul palo di Kakà. Sia ben chiaro, tecnicamente il Milan è superiore, ma la testa sembra altrove. Piedi a terra e concentrati, invece, quelli del Siviglia che non intendono concedere nulla ai rossoneri, incredibilmente incapaci di metterla dentro al 36', sul rasoterra di Ambrosini che viene mancato da Inzaghi e Kakà. Sono in troppi sottotono. Oddo manca all'appello concedendo troppi spazi sulla sua fascia. E c'è chi, come Kakà, insista troppo nel ricercare la soluzione personale scontrandosi con raddoppi micidiali. Il gol del Milan a dire il vero arriva, dopo un salvataggio di Poulsen, ma il gol di Inzaghi, al 47', viene annullato da Plautz per fuorigioco.

Un altro Milan - Ben diverso l'atteggiamento del Milan nella ripresa. Possesso di palla, tocchi di prima e molto più carattere, spingono all'indietro il Siviglia. Fondamentale la decisione di giocarsela senza restrizioni psicologiche. Così arriva il pareggio di Inzaghi (ma guarda un po') che spinge in rete di testa un delizioso assist di Gattuso: per il bomber è il gol numero 59 in Europa! Duda manca d'un soffio il 2-1, ma invece non sbaglia Jankulovski che con un sinistro al volo alla Totti incrocia e batte Palop sul lancio di Pirlo. Il Siviglia non sta comunque a guardare, anche se la stanchezza si fa sentire: Kerzhakov rileva Martì, regalando più muscoli alla manovra.

Attento - Ma il Milan ora è più attento, anche se perde Gattuso, colpito duro alla testa in uno scontro: Ancelotti fa esordire Emerson, un mattone a centrocampo per tenere duro. Entrano anche Maresca e Luis Fabiano (fuori Duda e Escudè). Ininfluenti, anche perché al 41' Plautz concede un giusto rigore per un fallo su Kakà; batte il brasiliano, Palop colpito al volto dal destro di Kakà respinge, ma Ricardo ribadisce in rete. Non c'è più storia; resta impressa l'immagine di Seedorf che lascia il posto a Brocchi e mostra al pubblico il nome di Puerta sulla sua maglia. Standing ovation.

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